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lunedì 30 novembre 2009

Il 1° dicembre nasce la nuova Europa

Dopo un'attesa durata esattamente otto anni - era il primo dicembre 2001 quando i leader Ue diedero il via alla Convenzione sul futuro dell'Europa guidata da Valery Giscard D'Estaing - nasce ufficialmente la nuova Europa. Il 1° dicembre infatti entra in vigore il Trattato di Lisbona.
Un presidente permanente, Herman Van Rompuy, e un ministro degli Esteri donna, Catherine Ashton, destinati a essere il volto dell'Europa nel mondo, una potente iniezione di democrazia che pone il Parlamento Ue al centro del processo decisionale, uno stop all'utilizzo del diritto di veto in Consiglio, la possibilità, per gruppi ristretti di Paesi, di formare avanguardie sulla strada del'integrazione.
Il nuovo trattato apre la strada a nuovi ingressi, primi tra tutti quelli di Croazia e Islanda. E soprattutto pone le basi per costituire avanguardie di Paesi che possano e vogliano procedere più rapidamente degli altri nel campo della difesa comune (cooperazione strutturata permanente) e in altri settori, ad esempio la giustizia o il diritto di famiglia (cooperazioni rafforzate). Ci sono poi nuove materie, come il turismo, lo sport, la politica per la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, che entrano a far parte delle competenze Ue. E c'è la Corte di giustizia che amplia la sua sfera di attività e lubrifica i meccanismi sanzionatori.
Inoltre, per la prima volta, viene ufficialmente riconosciuta l'esistenza dell'Eurogruppo. I vertici Ue, per celebrare l'entrata in vigore del nuovo Trattato, si sono dati appuntamento a Lisbona martedì sera. Un evento che segnerà anche l'apertura del cantiere per trasformare in realtà riforme finora descritte solo sulla carta.
Ecco le principali novità introdotte dal Trattato di Lisbona:
PRESIDENTE UE PERMANENTE. Nominato dal Consiglio Europeo resta in carica due anni e mezzo ed è rinnovabile per un mandato.
MINISTRO ESTERI. Designato dal Consiglio Europeo è anche vicepresidente della Commissione Ue ed è quindi soggetto all'approvazione del Parlamento.
VOTO A MAGGIORANZA QUALIFICATA. Finisce la possibilità, per un Paese membro, di esercitare il diritto di veto in Consiglio su oltre 40 materie. L'unanimità resta necessaria solo in alcuni casi, tra i quali le decisioni su politica estera e di sicurezza (Pesc-Pesd) e sul fisco. Dal 2014 il sistema di voto sarà a doppia maggioranza, basato sul 55% dei paesi, in rappresentanza del 65% della popolazione.
PARLAMENTO PIÙ FORTE. Attraverso l'estensione della procedura di co-decisione il voto del Parlamento Ue, oltre a quello del Consiglio, diventa decisivo per l'approvazione di una grande maggioranza di norme europee (agricoltura, bilancio, ecc.). Il numero dei parlamentari sale da 736 a 751 (754 fino a fine legislatura), i posti per l'Italia passano da 72 a 73.
PARLAMENTI NAZIONALI. Possono bloccare l'iter normativo Ue se, entro 8 settimane, verificheranno che le proposte avanzate non rispettano il principio di sussidiarità.
DIRITTO DI INIZIATIVA POPOLARE. Un milione di cittadini può chiedere a Bruxelles di presentare una proposta normativa Ue.
CARTA DIRITTI FONDAMENTALI. Acquisisce lo stesso valore giuridico dei Trattati e la Corte di giustizia Ue può essere chiamata a pronunciarsi sul suo rispetto.
IMMIGRAZIONE E GIUSTIZIA. Le materie entrano a far parte del diritto comune Ue e delle competenza della Corte di giustizia; le norme sono soggette a voto a maggioranza e co-decisione.
EUROGRUPPO. Diventa un'istituzione informale Ue con un presidente eletto a maggioranza per due anni e mezzo.
COOPERAZIONE RAFFORZATA. All'unanimità i Paesi Ue possono decidere che un gruppo di almeno 9 Stati forma un'avanguardia e procede a una maggiore integrazione in determinati settori.
COOPERAZIONE NEL CAMPO DELLA DIFESA. Può essere costituita da un gruppo di Paesi nell'ambito della politica di difesa per integrare le loro forze armate o parti di esse.
CLAUSOLA DI SOLIDARIETÀ. Su richiesta di un Paese membro gli altri devono andare in suo aiuto in caso di aggressione armata, attacco terroristico, calamità naturale.
CLAUSOLA DI USCITA. Un Paese può uscire dall'Ue negoziando le condizioni con i partner.
NUOVE COMPETENZE. L'Ue acquisisce competenze in materie come lo sport, il turismo, la protezione dei dati personali e della proprietà intellettuale, l'energia, la salute pubblica.
SANZIONI PECUNIARIE. La Corte di giustizia Ue può infliggere multe più velocemente e in più casi quando un Paese risulti inadempiente.
FONTE: AFFARITALIANI.IT